Si definisce colpo di frusta un trauma distorsivo del rachide che abbia un “effetto sorpresa”, nel quale cioè si riscontri un meccanismo accelerativo-decelerativo di trasferimento di energia sul collo che può conseguire a collisioni anteriori o laterali di veicoli a motore o a seguito di eventi traumatici legati ad attività sportive. Con tale definizione si intende una sollecitazione acuta del rachide cervicale associata distorsione o distrazione o temporanea sublussazione nei casi più gravi, con frequente interessamento delle strutture legamentose, del disco intervertebrale, della capsula e dei muscoli.
MECCANISMO
Affinché si verifichi un whiplash, è necessario che ci sia un’accelerazione, cioè una variazione di velocità in una direzione, e la brusca inversione di marcia nella direzione opposta. Questo movimento tende a cogliere di sorpresa tutte le strutture muscolo-articolari del tratto cervicale e, nello specifico, del rachide. Il fenomeno del colpo di frusta è tanto più forte quanto più la decelerazione è violenta. In ogni caso, l’evento traumatico generalmente determina un’improvvisa escursione del capo sui vari piani dello spazio. Solitamente si verifica una iperestensione (la testa si piega all’indietro sul collo e i muscoli flessori si contraggono) seguita da una iperflessione (la testa rimbalza in avanti comprimendo le strutture del collo). Questa condizione avviene spesso per il classico tamponamento automobilistico, dove il soggetto posizionato nell’auto tamponata subisce un primo trauma che gli porta la porzione cervicale in iperestensione e, dopo l’urto, si verifica una sorta di "rimbalzo" tale da forzare la zona cervicale in iperflessione. Tuttavia si possono riscontrare anche iperflessioni laterali, cioè movimenti sul piano verticale, che possono accrescere gli effetti del trauma.
SINTOMATOLOGIA
Ogni colpo di frusta è diverso a seconda dei tanti fattori che possono variare a seconda dei casi: l’età, la dinamica dell’incidente, le condizioni
osteoarticolari, i legamenti, la velocità al momento dell’incidente. La gravità del colpo di frusta dipende anche dalla brusca accelerazione o decelerazione che il corpo subisce in seguito allo
shock. Anche i sintomi, dunque, possono variare da caso a caso. Quelli più comuni sono: indolenzimento, mal di testa, dolori a spalle, collo e braccia, vertigini, parestesie, debolezza, nausea e
vomito, dolori al petto, sbalzi di pressione, perturbazione sfera visiva o vestibolare, amnesia.
TRATTAMENTO
In fase acuta dopo un accesso al Pronto Soccorso e relativo videat ortopedico e radiografico , solitamente l’aiuto arriva da farmaci antinfiammatori e da un collare rigido di Schanz, da indossare esclusivamente poche ore al giorno e solo per pochi giorni. Infatti l’uso prolungato, può realmente indebolire i muscoli del collo, determinando ipotonia muscolare. A livello locale in genere il fisioterapista procede con pompage cervicale, cauta massoterapia del tratto cervico-dosale e con terapie fisiche come la tecar o il laser ad alta potenza svolte a ‘freddo’ che possono alleviare la sintomatologia. Anche le 'vecchie' elettroterapie antalgiche quali TENS e Dyadinamica hanno un loro valore nella globalità del trattamento.
Purtroppo spesso, la rettilineizzazione del rachide cervicale, determina
un problema funzionale anche a “distanza” sul distretto dorsale, per cui prima di manipolare le vertebre cervicali, può essere interessante agire direttamente sulle vertebre disfunzionali
dorsali. Va data quindi , oltre alla situazione ‘locale’, particolare attenzione a:
- colonna lombare, regione rachidea all’altezza in cui avviene effettivamente l’impatto tra le due vetture;
- gabbia toracica, a causa delle presenza della
cintura di sicurezza che potrebbe aver fatto da limite al movimento repentino di “iperestensione-iperflessione” che subisce il corpo;
- clavicole e spalle, sempre a causa della cintura di
sicurezza;
- articolazioni
sacro-iliache e sacro, in quanto l’energia del trauma viene dispersa a tutta la colonna attraverso sistema fasciale e legamenti.
- diaframmi, fondamentali per garantire una fisiologica mobilità degli organi
toracici, addominali e pelvici.
È importante sottolineare che ogni paziente subisce un incidente con una dinamica diversa pertanto il suo corpo gestirà il trauma effettuando dei
compensi unici e personali. Di conseguenza le aree da trattare non seguono un protocollo ben preciso ma sarà il fisioterapista a stretto contatto col fisiatra o l'otopedico a decidere come
intervenire dopo un’attenta valutazione.